mercoledì 1 aprile 2009

ESOPO: L'aquila e lo scarabeo.

Un giorno oramai lontano, un’aquila inseguiva una lepre. La lepre, impaurita, rivolse le sue suppliche al solo essere che il caso le pose sott'occhio: uno scarabeo. Questo le fece animo e, quando vide avvicinarsi l’aquila, cominciò a pregarla di non portargli via la sua protetta. Ma quella, piena di disprezzo per il minuscolo insetto, si divorò la lepre sotto i suoi occhi.
Da allora, lo scarabeo, tenace nel suo rancore, non perdette più di vista i nidi dell’aquila. Così, appena questa deponeva le uova, lui aspettava che lei si allontanasse per salire al nido in volo, quindi, le faceva rotolare e le rompeva.
Un giorno, cacciata da ogni parte, l’aquila, uccello sacro a Zeus, si rifugiò presso il dio e lo scongiurò di trovarle un luogo sicuro per covare. Zeus le concedette di deporre le uova nel suo grembo. Ma quando lo Scarabeo se ne accorse, fece una pallottola di sterco, si levò a volo e, giunto sopra il grembo del dio, la lasciò cadere. Zeus, per levarsi di dosso lo sterco, s'alzò di scatto e, inavvertitamente, buttò a terra le uova, rompendole.

Da allora, si dice che: "Nella stagione in cui compaiono gli scarabei, le aquile non covano".

Questa favola insegna a non disprezzare nessuno, perché nessuno è tanto debole da non essere in grado, un giorno, di vendicarsi.